Orff-Schulwerk - Italia
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Giovanni Piazza, Musica a scuola con lo strumentario Orff - 2 voll. Reprint dell’Edizione AMADEUS del 1991 -OSI-MKT, Brescia 2009,
Vol 1° - Gli strumenti ritmici (pagg. 148)

€ 25,00
A scuola lo strumento musicale è, tradizionalmente, strumento dell'insegnante.
Pianoforte, chitarra o tastiera elettronica, anche se oggi frequentemente riabilitati da im­pieghi didatticamente più aperti, restano fondamentalmente strumenti dell'autorità tutoria. Nella storia dell'educazione musicale scolastica, l'unica innovazione capace di far passare lo strumento musicale dalle mani dell'insegnante a quelle del bambino è l'invenzione dello strumentario didattico, che Carl Orff cominciò a concepire attorno al 1928: quell'insieme di strumenti a percussione intonati - xilofoni, metallofoni, glockenspiele - modellati su prototipi orientali, esenti da complicate intermediazioni tecniche, direttamente rispondenti al gesto del suonatore, capaci quasi di visualizzare la vibrazione del corpo sonoro, ed in più maneggevoli, commisurati ad una manualità ancora inesperta, perciò di uso immediato, adatti ad allenare il coordinamento manuale e psicomotorio fin dalle sue prime fasi: strumenti a misura di bambino. ...
... Ormai da tempo la saggistica e la manualistica moderne, specializzate nel settore, sono tornate ad affermare il principio, non nuovo nella storia della didattica, che anche l'apprendimento della musica debba muovere dalla pratica e non dalla teoria; che conoscere la musica non significhi saperne scrivere le altezze e le durate ma averne sperimentato i basilari processi formali e costruttivi, seppure in forme elementarissime, mediante esperienze musicali concrete e creative, dalle quali solo in un secondo momento discenderà sia l'esigenza che l'acquisizione degli aspetti convenzionali, come teoria e notazione. Ciò implica, da parte del bambino, un contributo soggettivo eminentemente pratico alla costruzione di oggetti sonori, cioè il passaggio attraverso esperienze di composizione e improvvisazione, sia di tipo intuitivo e libero che di tipo formalizzato, commisurate al suo momento evolutivo. ...
... In qual modo ciò possa attuarsi è appunto materia della trattazione che segue, che se ne occuperà dettagliatamente. Qui basti dire che lo strumentario Orff è un mezzo eccellente per contribuire a questo cammino, che mira a guidare il bambino non alla aprioristica applicazione dei segni ma alla scoperta della loro funzione e necessità; non al rilevamento esteriore delle forme ma alla acquisizione pratica e consapevole di leggi primarie di funzionamento; che vuole portarlo, in definitiva, a conoscere la musica prima coi fatti (praticandola) che con le parole (teorizzandola): cioè a imparare la musica dalla musica. ... (dall’Introduzione di G.P. al volume)


E’ una sorta di appendice e di aggiornamento all’edizione italiana dell’Orff-Schulwerk, in quanto contiene una serie di unità didattiche ricavate dalle esperienze svolte dall’autore successivamente a quella pubblicazione. I 29 capitoli del libro trattano di associazioni tra suoni e parole o testi, tra scansioni verbali e esecuzione strumentale, di manipolazioni testuali e sonorizzazioni. Tutto con lo scopo di suggerire percorsi graduali per l’acquisizione di percezione e consapevolezza timbrica, gestione espressiva dei suoni, elaborazione e esecuzione collettiva, senza trascurare di introdurre nelle diverse esperienze degli elementi di esplorazione e comprensione degli svariati aspetti del fenomeno sonoro in quanto tale. Il tutto è limitato all’impiego dello strumentario ritmico. Uno dei capitoli presenta 16 filastrocche binarie pronte per l’uso, corredate della relativa interpretazione ritmica e di suggerimenti per la scelta delle cellule ritmico-verbali d’accompagnamento.