Paola Anselmi - Francesco Saverio Galtieri, I linguaggi espressivi
della primissima infanzia - Spunti dal convegno del 28 ottobre
2005 con un intervento di Beth M. Bolton, CDO-008 - OSI-MKT, Brescia ,
pagg. 38, € 10,00 Ormai sono passati otto anni dalle
prime attività musicali rivolte ai neonati e dal seminario
di Edwin E. Gordon organizzato all’interno dei corsi del
Progetto Orff-Schulwerk (per la prima volta in Italia).
La strada percorsa è stata lunga, costellata di corsi
e seminari, convegni ed incontri, progetti pilota e DVD, cosi
come tanti sono stati i compagni di strada: dai partner Istituzionali
– Ministero della Pubblica Istruzione, Regione Lazio,
Comune di Roma, Accademia di Santa Cecilia, Municipio Roma XVI
e numerosi altri - alle Associazioni sparse in tutta Italia
e ad insegnanti italiani ma anche portoghesi, lituani, croati,
israeliani e palestinesi.
La strada da fare è ovviamente ancora più lunga.
Ma in quale direzione? Sorgono alcune domande: “Con quale
tecnica posso affrontare il lavoro con i piccolissimi. Fin dove
possono arrivare?”. Ma forse sono domande malposte. Se
oramai è acquisito (ma purtroppo non ancora per tutto
il mondo della didattica) che il bambino piccolo non è
una scatola vuota da riempire, noi possiamo figurarci il bambino
appena nato come un organismo pieno di circuiti primari che
noi, attraverso interrelazioni ricche di stimoli, aiuteremo
ad attivare e sviluppare prima che si ‘ossidino’.
Non una tecnica ma tecniche a confronto, un percorso metodologico
e pedagogico invece che una metodologia ed una pedagogia. Confronto,
ad esempio, tra l’esperienza gordoniana e quella schulwerkiana,
tra il percorso di Delalande ed il bagaglio musicoterapico,
le proposte labaniane e più in generale attenzione critica
verso ogni riflessione e ricerca. Non per arrivare ad una tecnica
codificata, ma per arricchire il nostro bagaglio ed ampliare
le nostre vedute.
Cosi abbiamo deciso di dar vita ad una rete nazionale di Associazioni,
Scuole Civiche e strutture che operano stabilmente per ora in
8 Regioni.
Ci poniamo l’obiettivo prioritario non di aiutare quei
bambini che forse diventeranno musicisti, come taluni cercano
di fare, ma quello di aiutare la loro crescita globale incentrando
tutto sulle relazioni, attraverso le opportunità che
il linguaggio musicale può offrire. Relazioni, e automaticamente
confronto, tra operatori (da qui anche la scelta della presenza
obbligatoria di almeno due ‘insegnanti’ in ogni
gruppo), con e tra tutte le figure protagoniste dell’esperienza,
dai bambini ai genitori, agli educatori ma anche agli Amministratori
locali ed ai gestori. Una funzione che diventa più sociale
e che si sforza di oltrepassare i confini tecnico-musicali.
In questo contesto è più che naturale l’inserimento
di Musica in Culla all’interno del progetto Note di Pace
avviato con l’Ufficio per la Pace a Gerusalemme del Comune
di Roma, che ha prodotto bellissime esperienze con gli insegnanti
in Medioriente, soprattutto negli asili nido palestinesi e israeliani,
la verifica di differenze accanto alle similitudini, la ‘interposizione’
di musicisti italiani con i colleghi delle due nazioni, anche
qui come strumento di dialogo e relazione (intrecciando anche
qui i rapporti e le collaborazioni con la Temple University
di Philadelphia e quelli con la Jerusalem Academy of Music and
Dance, il National Conservatory of Music of Palestine e numerose
altre strutture internazionali).
La nostra opera di confronto continuerà con convegni
nazionali biennali e con il progetto di ospitare il seminario
della commissione Early Childhood Music Education nel 2008 all’interno
del convegno mondiale dell’ISME con insegnanti provenienti
da tutto il mondo.
Obiettivi forse ambiziosi, nel complesso, ma ai quali proviamo
ad accostarci passo dopo passo. Parafrasando le parole che concludono
il “Candide” di Leonard Bernstein, anche in questo
caso pensiamo di poter dire: “ I paradisi non si possono
trovare, i fiori più piacevoli, gli alberi più
belli sono cresciuti su terreno solido. Non siamo né
puri né saggi, né buoni; faremo quanto di meglio
sappiamo. Costruiremo la nostra casa, spaccheremo la nostra
legna e coltiveremo il nostro giardino”.Il convegno del
28 ottobre 2005 è stata un’altra tappa del nostro
percorso e questo fascicolo ne rappresenta una, seppur parziale,
fotografia, documentando innanzitutto il confronto con le Istituzioni
attraverso l’intervento del Consigliere Regionale Alessio
D’Amato, la partecipazione della Presidente della Commissione
Servizi sociali della Regione Maria Antonietta Grosso e degli
amministratori del Comune di Rignano Flaminio, il Sindaco Ottavio
Coletta e gli Assessori Patrizia Ciccozzi e Franco Costa; poi
attraverso l’intervento degli ‘esperti’, da
quello di Beth Marie Bolton, incentrato proprio sugli aspetti
di crescita e relazioni affettive nel neonato, a quello di Paola
Anselmi con la sua panoramica e le sue riflessioni sulla situazione
in Italia; da quello di Johannella Tafuri, che ha riferit sulla
sperimentazione svolta col progetto InCanto alla testimonianza
di Sylvana Grunberg sul come una delle Istituzioni storiche
della formazione in Italia in campo musicale, il CRDSM di Fiesole
si sia avvicinato a Musica in Culla; dal contributo di Manuela
Filippa, che attraverso la sua esperienza in Piemonte e Valle
d’Aosta ha esposto il confronto tra il progetto delalandiano
e il nostro percorso a quelli, infine, di Raffaella Iuvara e
Claudio Massola, che hanno messo a confronto sotto due angolazioni
diverse l’esperienza musicoterapica e quella di Musica
in a Catania e Savona.
Speriamo che questa ‘fotografia’ possa offrire un
impulso ulteriore al percorso avviato in questi anni.
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